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I cristiani in Iraq mostrano solidarietà alla situazione dei cristiani in Afghanistan

I cristiani in Iraq mostrano solidarietà alla situazione dei cristiani in Afghanistan

Abbiamo intervistato suor Silvia in Iraq sulla situazione lì e su ciò che sta accadendo in Afghanistan

Profilo dell’intervistato

Nome e cognome: Silvia Gulla

Comunità religiosa di cui fa parte: suore domenicane di Santa Caterina in Iraq

Lavoro e progetti in cui lavora: vice preside della scuola superiore (Al_Tahira) delle suore domenicane Iraq_Nineveh_Qaraqosh

Domande:

1.Com’è la situazione dei cristiani in Iraq?

R: La situazione è quasi tranquilla rispetto all’anno 2014… Ma la situazione del paese in generale non è buona

2. Dopo il terrore di Daesh, in tanti hanno cercato di ricostruire le proprie case e di trovare un lavoro. Ci sono progressi?

R: Con l’aiuto del Nostro Signore e l’aiuto della Chiesa che Soffre tante case sono state ristaurate di nuovo in tutta la piana di Nineveh, invece il lavoro non è disponibile a tutti attualmente.

Dobbiamo ringraziare soprattutto SIT per il lavoro che sta facendo: loro hanno sostenuto la nostra scuola primaria a Bartella ed anche il nostro asilo nido a Qaraqosh, hanno aiutato i bambini di offrirgli il latte e i pannolini, come ha fatto la chiesa che soffre anche loro hanno aiutato la gente di istruire le loro case sia a Bartella che a Qaraqosh…

3. Ci sono testimonianze abbastanza scioccanti di come era la situazione, c’è una storia che ti ha sorpreso molto?

R: Nella notte di 23 luglio di 2014 ero a Tilkef mi hanno chiamata a dirmi che l’isis è al confine del paese, a quel momento ho cominciato a pregare la Madonna che mi prenda lei meglio di stare negli mani di questa gente. A mezzanotte il prete del paese è venuto da noi per portarci tutti insieme nella chiesa perché tutti i cristiani sono stati scappati, siamo rimasti noi suore e il prete con i giovani che proteggevono la chiesa. Il giorno dopo ci hanno portate ad Alqosh un altro paese cristiano che almeno aveva luce e acqua, il 4 di agosto hanno ucciso un diacono di Tilkef a quel momento abbiamo capito che non si può tornare al nostro convento… Erano giorni pesanti e dolorosi a trovare gente senza luce e senza acqua nell’estate in Iraq che assomiglia l’inferno, poi stare senza casa senza saper se potevamo vivere il giorno dopo o vorremmo uccisi

4. Com’è il rapporto tra arabi e cristiani?

R: I cristiani in Iraq vivono la pace con tutte le etnie non solo arabe, ma anche con i yazidi con i curdi, in quanto credono che il loro Dio è il Signore a pace, il Signore che insegna nel Vangelo di amare Dio e il prossimo

5. L’Afghanistan sta vivendo un incubo, come pensi che questi ultimi eventi possano influenzare l’Iraq?

R: Prego il Buon Gesù, il quale non ci ha mai lasciati in tutta quella tribulasione, che anche oggi di non lasciarci. Perché l’umanità che dice di voler darci la pace, la sua pace fa guerre, invece il Signore Gesù è l’unico che può cambiare tutte le cose verso il bene del popolo. L’Iraq è sotto la protezione di Nostra Mamma Maria che prega sempre per i suoi figli

6. Infine, di che tipo di aiuto pensi abbiano bisogno i cristiani dell’Iraq?

R: I cristiani dell’ Iraq hanno bisogno di preghiere, solo la preghiera può fare dei miracoli e cambia il cuore di pietra dell’umanità superba a cuore che vuole il bene per tutti

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