La terribile situazione dei cristiani in Iraq non finisce

La situazione dei cristiani perseguitati in Iraq è estremamente preoccupante. Negli ultimi anni la comunità cristiana in Iraq è stata vittima di continui attacchi da parte di gruppi jihadisti estremisti, come l’ISIS, che hanno portato a un drastico calo della sua popolazione nel Paese.

I cristiani in Iraq hanno subito una vasta gamma di abusi, tra cui la distruzione di chiese e luoghi di culto, violenze fisiche, discriminazioni nel lavoro e nell’istruzione, confisca di proprietà e sfratto forzato dalle loro case.

Sebbene la persecuzione dei cristiani in Iraq non sia un fenomeno nuovo, la situazione è notevolmente peggiorata dopo l’invasione guidata dagli Stati Uniti nel 2003. La guerra e la conseguente instabilità politica hanno creato un clima di violenza e odio che è stato sfruttato dai gruppi estremisti per giustificare le loro azioni.

Nel 2014 l’ISIS ha lanciato un’offensiva nel nord dell’Iraq, prendendo il controllo di vaste aree del territorio e commettendo atrocità contro la popolazione cristiana e altre minoranze religiose ed etniche. Molti cristiani sono stati uccisi o rapiti, mentre altri sono stati costretti a fuggire dalle loro case e lasciare tutto alle spalle.

La risposta internazionale è stata ampiamente inadeguata. Nonostante alcuni Paesi abbiano offerto aiuti umanitari ai profughi cristiani, il numero di persone che sono riuscite a sfuggire alla violenza è ancora molto esiguo rispetto all’entità del problema.

Il futuro dei cristiani in Iraq è incerto. Molti hanno perso la speranza di poter tornare alle loro case e ricostruire le loro vite. Nonostante questo, alcuni gruppi cristiani hanno resistito alle persecuzioni e hanno continuato le loro pratiche religiose in segreto, mentre altri hanno scelto di lasciare il Paese e cercare rifugio altrove. Pertanto, l’intervento del SIT è molto necessario. La protezione dei diritti umani, inclusa la libertà di religione, deve essere una priorità in tutti i paesi.

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