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Una giovane donna cristiana viene uccisa dalla sua famiglia in Iraq

Una giovane donna cristiana viene uccisa dalla sua famiglia in Iraq

Nel nord dell’Iraq è stato ritrovato il corpo di una giovane donna curda assassinata, che secondo le indagini la giovane aveva reso pubblico qualche settimana prima sui suoi social network di essersi convertita dall’Islam al cristianesimo.

Il rapporto affermava anche che si stava preparando per essere battezzata. Secondo Asia News, che ha riportato in modo più dettagliato il mese scorso: “Apparentemente è stata punita dalla sua famiglia per aver lasciato l’Islam, in particolare per essersi emancipata e aver abbracciato la religione cristiana; insomma era “colpevole” di apostasia. … Il suo omicidio è avvenuto vicino all’aeroporto internazionale di Erbil, non lontano da Ankawa, uno dei distretti prevalentemente cristiani di Erbil.” Sia suo zio che suo fratello avrebbero partecipato all’omicidio.

Le notizie indicano il coinvolgimento dello zio e del fratello nell’omicidio, confermando che la famiglia è uno dei principali motori della persecuzione dei convertiti nella regione irachena. Secondo l’insegnamento islamico radicale, la punizione per l’apostasia dall’Islam è la morte. Tuttavia, le leggi del Kurdistan iracheno consentono il cambio di religione e diversi leader musulmani, cristiani e di governo hanno condannato l’assassinio perché da una posizione internazionale vogliono avvicinarsi all’Europa, differenziandosi dagli islamisti radicali che predominano in Medio Oriente e il governo iracheno.

In realtà, questi tipi di casi sono più comuni di quanto sembri, ma i media iracheni di solito non fanno eco a questo tipo di notizie. Dal SIT conosciamo e conosciamo la realtà dei cristiani dell’Iraq dove subiscono permanentemente persecuzioni, violenze e disagi quotidiani da parte della maggioranza islamista. Per questo dal SIT offriamo supporto logistico e conosciamo l’importanza di rendere pubblico questo tipo di ingiustizia per denunciare il mancato rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa.

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